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  • Immagine del redattoreEl Pincha Uvas

Un anno e mezzo

Il covid ha cambiato le nostre vite.

Il covid ha fatto emergere ciò che siamo.


Chi ha una mente negativa non fa altro che lamentarsi di tutto e di tutti.


"Voglio ritornare alla mia vecchia vita, i politici sono un disastro, ormai non so che colore siamo, il mio capo sta gestendo male la situazione, se io potessi decidere farei in tutt'altro modo, mio marito non si alza dal divano, i miei figli non ce la faranno".

E così via. Senza tregua. Senza sosta. Senza pause.


Chi ha una mente positiva tenta di valorizzare ciò che di bello c'è.


"Finalmente posso lavorare da casa perchè lo desideravo da anni, sono felice di poter passare tanto tempo con i figli, ho capito che davo molta importanza alle cose superflue, ho ripreso a fare sport e ginnastica in casa, leggere è meraviglioso, ho ripreso a disegnare/cucinare/scrivere, che belle le telefonate di quel mio amico, il mondo ha rallentato e me lo godo di più, ho imparato a volermi bene".

E così via. Senza tregua. Senza sosta. Senza pause.


Io in questo momento sono molto orgoglioso dei miei figli.

Per loro questa situazione non è facile .

Non lo è per nessuno.

Ma in quei anni in cui si definisce la personalità e si ha bisogno di socialità, di vita, di primi amori, di sentirsi grandi anche se si è piccoli... insomma, se hai quell'età è difficile affrontare una pandemia mondiale.

E sono davvero orgoglioso dei miei tre raggi di sole.

Si danno da fare. Patiscono, ma non demordono. Cercano luoghi ed occasioni per "vedere il bello". E sono dei ragazzi positivi.

Hanno alti e bassi. Tutti li abbiamo per fortuna. Siamo persone, non robot.

Per me loro sono un grande esempio.


E io?

Io penso a quel "anno e mezzo".

"Anno e mezzo" di cosa?

  • di mio nipote che cresce senza poterlo vedere.

  • di telefonate e messaggi con mia sorella. Che mi manca come l'aria.

  • di tempo trascorso senza vedere mio cognato. Essendo un uomo timido mi dimostra un grande bene attraverso tanti piccoli dettagli di cui nemmeno si accorge. Vuole un bene infinito a mia sorella, si dà tanto da fare, è presente alle nostre videochiamate anche se da bravo contadino preferirebbe lavorare la terra anziché parlare ad un telefonino. E lo fa per mia sorella. E per me.

  • di pensare a mia zia, che è andata in pensione due anni fa e da allora non l'ho più vista. Mi mancano le lunghe chiacchierate che ci facciamo da quando io avevo 14 anni.

  • di mio cugino, che sarebbe dovuto venire a trovarmi con il suo ragazzo tempo fa e non abbiamo più avuto occasione.

  • delle mie zie di Olot e Andorra, o gli amici di Calaf, con cui da qualche anno ci siamo ritrovati grazie (in parte) a questo blog.

  • di voglia di poter vedere gli amici che amo alla follia, "Josep, Josep, Emma, Maria Rosa, Emma, Lourdes". Crescono loro. Cresciamo noi. E lo fanno i nostri figli. Ma lo facciamo tutti a distanza. E sentiamo la mancanza reciproca.


Penso a che da "un anno e mezzo" la vita va avanti in un modo diverso.

Penso che da Agosto 2019, quasi "un anno e mezzo", non posso vedere persone importanti per me.


Penso a mia sorella.

Ci si sente moltissimo.

Ci si aiuta tantissimo a distanza.

E ci si pensa ancora più spesso.

Penso all'abbraccio dolce, lungo, profondo, certo e deciso che ci diamo da anni ogni volta che ci rivediamo.

E non vedo l'ora che possa riaccadere.


Questo post non avrà foto. Ne lavori in legno. Ne avventure. Ne "teudissate".


Nella vita è importante imparare a dire ciò che si sente.

Senza se. Senza ma.

  • Amici miei. Vi voglio bene e mi mancate.

  • Famiglia mia. Ti voglio bene. E mi manchi.

  • Raggi di soli. Vi amo. Siete tutta la mia vita. E sono orgoglioso di come siete.

  • Esther. T'estimo molt. I et trobo a faltar.


Che questo "anno e mezzo" ci serva per capire ciò che è importante.

Che questo "anno e mezzo" ci serva per scoprire ciò che ci rende uomini vivi e veri.

Che questo "anno e mezzo" ci serva per amare le cose nuove che accadono.


Che questo "anno e mezzo" serva anche te che leggi.

Non restare nel mondo dei "negativi".

Cerchiamo la luce.

E diciamoci le cose belle. Sempre.

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EL PINCHA UVAS

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