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Ma stiamo bene?

  • Immagine del redattore: El Pincha Uvas
    El Pincha Uvas
  • 15 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Lascio Jordi al suo allenamento.

Mi allenerò anche io. Tornerò all'orario in cui lui terminerà il suo.


Salgo in bici. Devo andare al punto di ritrovo, dove mi attende il mio amico Eros.

C'è coda. Le auto sono ferme.

Supero da sinistra, con prudenza, rimanendo sulla mia corsa.

Un'auto arriva in senso opposto e si sposta volutamente per passarmi molto vicino, anche se sono sulla mia corsia.

Mi suona forte. Mi spavento. Non me l'aspettavo.

Ha il finestrino abbassato. Mi insulta.


Una macchina ne supera un'altra.

Arrivano in senso opposto. Chi supera invade la nostra corsia.

Se dovesse sbandare ci prende in pieno.

Urliamo per lamentarci.

L'autista imprudente non chiede scusa, anzi.

Ci guarda, alza il braccio, e ci manda affancu.....


Stiamo attraversando un paese di provincia.

Siamo in mezzo alla corsia perchè andiamo al massimo della velocità consentita in un centro urbano.

In teoria, non ci potrebbe superare nessuno senza essere "in multa".

Una macchina lo fa. Accelera fortissimo ed invade la corsia contraria nonostante la riga continua. Alza il braccio per mandarci affancu....

Si ferma circa 200 mt più avanti. C'è una coda lunghissima. Il semaforo è rosso.

Gli dico: "Cosa ci hai guadagnato a mandarci affanc.... ora che sei in coda?".

Ci manda di nuovo affan...


Siamo vicino alla stadio del capoluogo di provincia.

Siamo sulla nostra corsia, come sempre. Non andiamo forte.

Una macchina ci taglia completamente la strada per girare a sinistra.

Dobbiamo frenare forte. Ci avrebbe preso.

Ci lamentiamo. Non gli interessa.

Un altro guidatore abbassa il finestrino, ci guarda, e scuote la testa in segno di comprensione.


Torniamo.

Siamo su una strada che per metà è colorata di rosso. E' ciclabile. L'altra metà è ad uso vetture.

Stiamo pedalando forte, sulla zona rossa.

Una macchina è dietro, è molto vicina.

Le chiediamo di passare dalla sua parte. Non lo fa.

Rallentiamo, ci spostiamo, nonostante siamo "nel giusto".

Ci supera mentra sbraccia, lamentandosi.


Tutti questi esempi sono successi solo ieri, durante una corta uscita serale da circa 50 km.


Quelli che ci insultano, che ci fanno rischiare la pelle e che ci superano a meno di 1.5 mt lo sanno che siamo persone come loro?

Lo sanno che siamo mariti, fratelli, amici, figli, padri e colleghi?

Lo sanno che non siamo birilli, che la vita non è un videogioco?

Lo sanno che se arrivano due minuti più tardi ovunque debbano andare, il mondo non crollerà affatto?

E soprattutto, lo sanno che è anziché viviere col muso, è più bello sorridere, cantare, emozionarsi, amare, gioire, commuoversi, stupirsi, "cercarsi"?


Ma stiamo bene?

Stiamo creando un mondo di persone asettiche.

Smettiamo di guardarci la punta dei piedi.

Alziamo la testa, guardiamo l'orizzonte, l'acqua che scorre, il signore che pesca, la ragazza che corre, gli anziani che passeggiano, l'erba che si muove.

Stupiamoci di una strada verde, speciale.


Non lo dico per sentimentalismo.

Alziamo lo sguardo.

Scopriremo un mondo più bello.


Noi continueremo a camminare, pedalare, correre, nuotare.

Noi continueremo a commuoverci per le cose belle.

Noi sorrideremo.

Nonostante tutto.





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