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  • Immagine del redattoreEl Pincha Uvas

Il mio PAESE brucia

Questo blog nasce per altro, non per politica. E spero di non parlarne.

Ma piango. Ho il cuore ferito.

Non posso stare in silenzio.




La Catalunya brucia.

Brucia. Nel cuore della gente.

Brucia. Per strada. Letteralmente.


Amo la Catalunya. L'ho sempre amata. Chiunque mi conosce lo sa.

E sono felice di essermene andato perchè in Italia sono nati i miei tre meravigliosi figli, i miei tre raggi di sole, che illuminano ogni mio giorno.

Ma la Catalunya mi manca. Ogni istante.


Ho sempre desiderato l'indipendenza.

E' un sentimento profondo custodito nel cuore di moltissimi catalani. Da sempre. Da secoli.

E' custodito anche nel mio, dei miei famigliari e di gran parte dei miei amici.


Dal 1997 guardo la Catalunya dall'Italia.

E sembra che il desiderio di indipendenza dei catalani sia appena nato perchè solo negli ultimi anni è salito alla ribalta internazionale.


Ma l'indipendenza è un sentimento vecchio quanto la Catalunya.




Il mio Paese brucia dentro da anni. In silenzio. E con grande impotenza.

La Catalunya è un luogo meraviglioso. E' terra di rivendicazioni, giuste o sbagliate, ma sempre pacifiche.


Nel mio Paese moltissimi vogliamo l'indipendenza. Altri no.

E' sempre stato così.


Da piccoli abbiamo sempre cantato le canzoni indipendentiste o appeso le bandiere al balcone. Chi non era d'accordo tifava Real Madrid o parlava solo in spagnolo.

Ma abbiamo sempre convissuto benissimo. Tutti amici. Sempre insieme.


Il mio Paese è sempre stato un luogo pacifico.

Ha sempre bruciato per passione, per desiderio, per convinzione, per fratellanza, per sacrificio, per lavoro, per dedizione, per patriotismo, per la Terra, per amore.


Il mio Paese ha sempre bruciato per inseguire senza sosta il desiderio di essere una nazione libera.


Ma dalla pubblicazione delle sentenze per i politici in prigione brucia anche fisicamente.

Da cinque giorni brucia i container per strada, distrugge sedi bancarie e lotta contro i poliziotti afferrando spranghe e nascondendo il viso.


Nel mio Paese ora ci sono dei violenti.

E io questi soggetti non li voglio.

Io non voglio questa gente nel mio Paese.


Non voglio chi usa la violenza come mezzo per giustificare il fine.

E non voglio nemmeno chi giustifica "il mezzo" nascondendosi nella dialettica dell' esasperazione, ingiustiza, persecuzione o molto altro.

Così si incorre nel "facilismo". Nella banalità. Nell'ignoranza.

Si gioca a chi è più bullo. Si gioca a "chi resta vivo vince".


Il mio Paese deve lottare. Più che mai.

Ma lo deve fare attraverso mille manifestazioni pacifiche. Con gli organi ufficiali. Con gli aiuti internazionali.

La gente deve andare in piazza con le mani alzate.

Ci devono essere milioni di persone per strada in silenzio come accadeva due anni fa. Se i violenti urlavano venivano individuati e cacciati dalla folla stessa.


In questo momento occorre lottare usando il pacifisimo. Non come moralismo. Ma come strumento costruttivo.


Io amo la Catalunya.

Ma anche Mariano, il mio amico di Madrid.

E' una vita che ci sfottiamo per il Real, il Barça o la politica.

Adoriamo farlo.

E guai a chi tocca un capello a uno dei due.

Io e Mariano -nonostante vediamo certe cose in modo diverso- siamo fratelli e non smetteremo di esserlo.


Io voglio l'indipendenza della Catalunya. Mariano no.

Mariano non è il cattivo e io il buono.

E nemmeno viceversa.


Occorre che ciascuno segua i propri ideali. E occorre che ognuno convinca i propri amici, parenti e colleghi a farlo.

Mariano con la sua mentalità ed idee. E così anche io.

Ma entrambi con umanità, responsabilità e coscienza.


Entrambi dobbiamo parlare con le mani alzate. Come hanno fatto i catalani in tante manifestazioni pubbliche.

Sedendoci a parlare, con le mani in alto e mai coi pugni stretti, prima o poi arriveremo ad un soluzione.

Che io spero sarà l'indipendenza.


Dialogare è l'unica via per ragionare da uomini.

E' l'unica via perchè ognuno possa brillare.

E' il modo perchè ognuno possa essere sè stesso.


Il mio Paese non deve mai più bruciare perchè incattivito.

Il mio Paese deve continuare a fare ciò che ha fatto per secoli.

Forse ora con maggior unità e decisione.

E' quel modo deciso ma costruttivo che ci ha fatto raggiungere traguardi inaspettati.


Il mio Paese deve continuare a bruciare con forza.
Il mio Paese deve bruciare per sempre perchè è VIVO!

Mamma non sono a scuola, ma sto facendo storia


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EL PINCHA UVAS

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