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Manolo Garcia

  • Immagine del redattore: El Pincha Uvas
    El Pincha Uvas
  • 1 ora fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Tutti i giorni della mia vita ascolto Catalunya Radio.

Mi riporta ai tempi in cui mio padre si svegliava per andare al lavoro e metteva la radio a un volume altissimo.

Quando vivevo a Figueres mi alzavo con le notizie di cronaca o di politica. Oppure sapevo subito i risultati delle partite della sera prima.

Entravo in bagno e salutavo mio papà. Era avvolto da una nuvola di fumo delle sigarette Ducados.

Erano altri tempi, si fumava sempre ed ovunque.


E' passata una vita da allora. O cento vite.

Io ascolto ancora Catalunya Radio, anche se vivo in Italia.

Mi serve per mantenere la lingua, restare legato alla terra ed essere aggiornato più che posso.


Mi alleno. Mi alleno parecchio.

E spesso ho le cuffie nelle orecchie.

Tutti penseranno che ascolto musica a 160 battiti al minuto per rimanere concentrato o andare forte.

No, non è così.

Io ascolto spesso i programmi sportivi serali e nel weekend, i programmi con interviste.


Sabato mattina ho ascoltato "El Suplement".

Intervistavano il mio caro e amato Manolo Garcia, cantante di El Ultimo de la Fila.

Lui è un musico che ho ascoltato tantissimo a fine '90.

Le sue canzoni sono stata la colonna sonora di tutta la nostra generazione.


Manolo Garcia ora ha quasi 70 anni. Non è più l'uomo giovane di una volta.

La sua intervista è stata tanto bella.


Una frase mi è rimasta nel cervello.

"Io ho una sola vita, non ne ho quaranta".


Ero nella zona di Como.

Pedalavo.

Ritornavo da Lugano, in Svizzera.

E continuavo a pensare: "Mi trovi d'accordo Manolo. Io ho vissuto mille vite. Ma ne ho solo una".


Io sono tante vite, ma tutte nella stessa.

Pedalavo e pensavo.

Pensavo e pedalavo.

Poi ho nuotato nel lago di Pusiano, a me molto caro. E la frase risuonava nella mia testa ad ogni bracciata.


Ho trascorso il weekend in camper.

Volevo respirare.

Mi piace la vita "a modo mio", in camper.


Sono andato in un bar nel lungo lago. Quando sono lì ci vado sempre.

In un tavolo c'era una coppia. Lui aveva gli occhi lucidi. Lei uno sguardo duro. Credo si stessero lasciando.

In un altro tavolo un signore ha chiesto un gelato alla cameriera in modo molto scortese. Quando ha servito me mi sono scusato per quel uomo, che mai conoscerò.


Io non voglio vivere così, triste o arrabbiato.

Io voglio guardare il lago e poi andarci a nuotare con la mia boa gialla perchè è talmente bello che è obbligatorio buttarsi dentro.

Voglio stare nel mio camper, che è privo di ogni lusso, e dire: "Sono nel paradiso".

Voglio cucinare la pasta e una frittata alle zucchine. E poi dormire in un parcheggio sperduto chissà dove.

Voglio svegliarmi, prendere la mia bici, e faticare per raggiungere una vetta che mi regalerà un paesaggio mozzafiato.

Voglio accendere il pc sul vecchio tavolo di legno, attaccarmi all'inverter e lavorare per costruire o trasmettere qualcosa di bello, mentre dalla finestra guardo un lago o una montagna.


Forse sono banale.

Forse sono utopico.

Forse sono irrealistico.

Ma io non voglio vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Io lo voglio riempire di cose belle.


Hai ragione Manolo. "Nunca el tiempo es perdido", come ci facevi cantare.

Noi abbiamo una sola vita, non quaranta.

Ed io, questa sola vita, non la voglio buttare via.

Io, questa sola vita, la voglio riempire davvero.



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