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Luca

  • Immagine del redattore: El Pincha Uvas
    El Pincha Uvas
  • 3 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Luca è arrivato al lavoro nel 2019, o giù di lì. Non ricordo con precisione.

Gli mancava poco tempo per raggiungere i 60 anni.

Aveva lavorato tanto tempo per una delle società del gruppo.

Non so bene la storia. So solo che, per un po’, era rimasto senza un impiego.

Ha iniziato da noi, in un grande open space pieno di gente che lavorava già insieme da tempo.

È entrato a lavorare in un nuovo ambiente, dove uno dei più anziani ero io.

Tutti gli altri, o quasi, erano ragazzi giovani con una carriera di fronte.


Luca, invece, aveva già i capelli bianchi e un po’ di rughe in volto.

Luca aveva vissuto tempo prima tutto ciò che molti dei suoi nuovi colleghi avrebbero vissuto molti anni dopo.

Non deve essere facile inserirsi in un ambiente in cui la differenza di età è molto grande.


Io lo guardavo. Ero curioso.

Luca aveva sempre il sorriso sulle labbra.

Non gli ho mai sentito dire una parola fuori dalle righe.

Lavorava, in silenzio, e nel migliore dei modi.

Con tutti aveva un atteggiamento paterno. Non era né fastidioso né invadente. Era riservato. Lo sentivamo naturale.

Il suo essere calmo aiutava altri a diventarlo.


Luca non ha mai smesso di salutare al suo arrivo e a fine giornata.

Dovrebbe essere una cosa normale. Ma purtroppo non lo è.


Dopo qualche anno dal suo arrivo, è stato trasferito in un ufficio diverso, in un altro edificio, in un gruppo di lavoro di età molto simile alla sua.

Sono stato molto contento.


Luca l’ho visto molto spesso in mensa in questi anni.

Mi ha sempre chiesto aggiornamenti sui miei tre raggi di sole.

Era davvero interessato ai miei racconti.

Lui mi raccontava i suoi giri in bici.

Ci si confrontava su percorsi, dislivelli, distanze ed esperienze.

A maggio ci siamo trovati per caso nelle campagne del Lodigiano. Entrambi pedalavamo insieme ai nostri gruppi. Il mondo è piccolo.


Un mese fa ho fatto il mio record di distanza in bicicletta.

Ne sono molto orgoglioso.

Quando l’ho trovato in mensa, gliel’ho subito raccontato.

Lui mi ha fatto i complimenti. E mi ha fatto una domanda che mi ha fatto davvero piacere:

"Ma voi, quando pedalate, li guardate i paesaggi?"


Con i miei amici, delle volte, ci si allena in settimana.

C’è poco tempo. Occorre “aprire il gas”.

Ma quando facciamo giri lunghi o in posti speciali, mi è capitato spesso di dire:

"Raga, alzate la testa, guardate che paesaggio."


Qualche volta, di fronte a viste emozionanti, in compagnia o da solo, urlo fortissimo:

"Ti amo mondooooooo!"


Luca è andato in pensione il 31 luglio.

L’ho fatto imbarazzare. L’ho abbracciato davanti a tutti, in mezzo al bar aziendale.


Sono felice che la sua strada abbia incrociato la mia.

È bello incontrare persone come lui.

È bello che qualcuno ti guardi con affetto, ti faccia fermare e ti chieda:

"Ma tu, li guardi i paesaggi?"


Non facciamoci prendere dalla frenesia.

Non facciamoci angosciare da traguardi effimeri.

Voglio lasciarmi colpire da persone come Luca, semplici, silenziose.

Voglio stare con chi mi ricorda di amare i paesaggi.

 
 
 

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EL PINCHA UVAS

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