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Io, chi sono io.

Quando sono in Catalunya sono "l'italiano" ma quando sono in Italia sono "il catalano".

Per alcuni sono il papà dei miei figli ma per altri resterò sempre solo il figlio di mio padre.

Per altri sono un giovane adulto. E a volte per gli stessi sono un adulto giovane.

Altri dicono io sia un grande sportivo.

C'è chi dice che sono portatore di grandi cicatrici e c'è chi dice che sono un grande esempio di come portarle con stile.

Qualcuno dice che dovrei scrivere un libro. Ma qualcuno che non dovrei perdere tempo.

C'è chi mi apprezza perchè mi ritiene estremamente creativo e c'è chi mi vorrebbe quasi lobotomizzato, senza uso della ragione.

In fondo chi sono io?

E' una vita che tento di rispondere a me stesso ma non ho mai trovato una risposta. Di sicuro non ci riuscirò mica ora..

Ma una cosa è certa: sono uno, ecco, uno. Con dentro tutto. Ho pianto tantissimo e non me ne vergogno. Ho cicatrici pesantissime, vero. Ma chi non le ha?

 

Sono uno, ecco, uno. Con dentro tutto. Voglio ridere, e rido. Ho riso tantissimo e voglio poter continuare a farlo. E comunque sono un giovane uomo di solo quarantanni. Pochi o tanti. Ma sono quaranta. Ho vissuto tantissimo. Ma tanto ho ancora da vivere.

Sono uno, ecco, uno. Amante profondo dei tre suoi piccoli raggi di sole. Ma amante della vita. Della creatività. Dello sport. Della gioia e dei dolori. Del sole e della luna.

Teudis, il catalano o l'italiano?

Teudis, uno, ecco, uno.

Sono Teudis, quello che dice a se stesso "daga det" o "fote-li canya",

Ogni mattina, cada mati.

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testo scritto ad Aprile 2018

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EL PINCHA UVAS

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