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Immagine del redattoreEl Pincha Uvas

Si "segghi" chi può

Ci sono oggetti che rappresentano grandi metafore della nostra esistenza.

Descrivendo quegli oggetti si possono raccontare emozioni, esperienze, storie, vite.


Oggi mi è capitato di sistemare una sedia che mi ha dato un collega.

Mentre ci lavoravo ho pensato tantissimo.

E mi è parso molto strano farlo perchè in mano, in fondo, avevo solo una semplice, elementare, banale e comune sedia.


  • In certi locali ci capita di usare sedie di design, moderne, costosissime. Sono talmente belle da togliere il fiato. Ma quando ne fai uso scopri che sono così scomode da preferire stare in piedi.

  • Io ho una poltroncina in box. E' vecchissima. Le gambe e il rivestimento in pelle sono praticamenti marci. Qualcuno la butterebbe subito. Ma in quella sedia si è seduta per anni la mia amata iaia Antònia (nonna paterna). In quella poltrona verde oliva ci cuciva, faceva i cruciverba, giocava al parrucchiere con il mio bel raggio di sole (ora tredicenne) o leggeva "La Vanguardia". Lo so. E' solo un oggetto. E' solo una poltroncina. Ma a me racconta mille storie. E per questo so che prima o poi la sistemerò.

  • Ogni tanto ci si ritrova ad aver in mano una sedia segnata, rigata, sistemata più volte da diverse persone. Quando la capovolgi vedi viti di ogni tipo. Ci sono anche chiodi arrugginiti. Scopri aggiustamenti creativi di ogni tipo con lo scopo di continuare a (ri)metterla in sesto. Sistemare quella sedia è un gesto di affetto per se' stessi.

  • Ci sono sedie che fanno parte della tua casa. Ti hanno accompagnato da quando eri piccolo. Se ti ci siedi si muovono da tutte le parti. Fanno così tanto rumore che pensi di cadere in qualunque istante. Ma guai a chi ti dice di cambiarle. Potrebbe finire un'amicizia per un commento del genere.


Le persone.... si potrebbe analizzare il carattere di ogni persona per come usa le sedie.


  • C'è chi ci vive. Non si muove mai da lì. La sua peculiarità più grande è la sedentarietà. La sedia è il suo habitat naturale. A lui non serve vedere il mondo. O magari riesce a vederlo dalla sua sedia preferita.

  • C'è chi la usa in modo composto, chi praticamente ci si sdraia e chi rimane in equilibrio sulle gambe posteriori. E' una questione di stile, di personalità.

  • C'è chi usa la sedia per riposarsi un attimo. Ma solo uno. Per lui sedersi è una perdita di tempo. Lui è certo che è vivo solo chi si muove.

  • C'è chi vive per rubare la sedia del vicino, solo perchè la ritiene un luogo di potere.

  • C'è che vive l'uso della sedia come un premio. Perchè deve lavorare in piedi. O perchè la vita non gli da' tregua e il riposo diventa un bene prezioso.


Tutti.

Tutti abbiamo bisogno di un attimo di pausa.

E tutti.

Tutti abbiamo bisogno di farlo in un luogo in cui stiamo bene.


Delle volte basta poco.

Basta quella sedia adorata dalla persona che più ami.

Quella sedia che lei non butterà mai.

E sai che trovando il modo di metterla a posto renderai felice tua mamma.


"Teudis, tu saresti in grado di sistemare una sedia? E saresti in grado di far sparire i rumori? E' per mia mamma. Tiene molto a quella sedia"

"Non lo so. Non l'ho mai fatto ma portamela. Ci provo".


L'ho smontata.



Ho sistemato un pezzo rotto che ho trovato marcio.



Ho (ri) incollato tutti i pezzi.



Ho risistemato i perni di fissaggio della seduta.



Mi sono inventato una pressa creativa per far asciugare bene i pezzi.



Ora la sedia è pronta.


Anche se non l'ho dipinta.

E' più bella con le sue cicatrici in vista.

E' meravigliosa perchè piena di vita.

E' bellissima anche con i suoi acciacchi.




Ogni tanto occorre smontare, risistemare e incollare i propri pezzi per tornare ad essere se' stessi.


La sedia era come me.

La sedia ero io.

La sedia eri tu.


Si "segghi" chi può.

Nulla di più.

Nulla di meno.


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1 Σχόλιο


Riccardo Vailati
Riccardo Vailati
13 Μαρ 2020

Grazie ancora, è praticamente come nuova 😁

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EL PINCHA UVAS

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